I testi antichi costituiscono da sempre per la nostra cultura un punto di riferimento di forte interesse, grazie al quale proviamo a leggere e capire meglio anche il presente. In questo agile saggio Maurizio Bettini si sofferma in particolare sul concetto di umanità, dal quale nel corso dei secoli si è arrivati a formulare quello più complesso di diritti umani, sanciti nella Dichiarazione universale del 1948. L’autore parte da un’analisi puntuale del primo libro dell’Eneide – quando i naufraghi troiani approdano in terra straniera e vengono accolti da Didone – e arriva fino al mito della fondazione di Roma, e dell’idea di mescolanza di uomini provenienti da diversi luoghi che ne è alla base; ma nel frattempo ci fa incontrare tanti scrittori e testi greci e latini raccontandoceli secondo una prospettiva di continuo confronto tra “noi” e “loro”. Il valore dell’antico risiede nell’aver «contribuito a creare la consapevolezza culturale che ha portato alla elaborazione di quei principi di reciproco rispetto e garanzia, basilari per la nostra convivenza, che oggi chiamiamo “diritti umani”». Bettini dunque individua alcune categorie, termini e modi di pensare che, pur nella loro diversità rispetto alle forme di pensiero moderne, possono offrire nuove risposte, non inferiori o meno interessanti rispetto a interrogativi che noi umani da sempre ci siamo posti: l’accoglienza, il rispetto del diverso, la conoscenza dell’altro.