Eccoci di fronte a un grande autore, a un classico del Novecento, a una scrittura limpida, colta, implacabile. La storia è apparentemente semplice: uno studente di origini contadine approda all’Università del Missouri nel 1910, e per tutta la vita vi rimarrà a insegnare Letteratura. Stoner si presenta come un uomo qualunque, vessato dalla moglie e dalle leggi non scritte del sistema, anche nell’ovattato mondo universitario, intristito dalla routine, passivo e raramente in grado di agire per sé, con scelte forti. Ma la figura che emerge lentamente è più complessa di quanto ci aspettavamo – quasi infastiditi dal suo torpore – e ne scopriamo valori, sentimenti, stati d’animo, anche attraverso minimi dettagli: una luce, un particolare ambiente, l’espressione di un volto. È un personaggio che rimane impresso nella memoria anche dopo aver letto l’ultima riga, e con lui ci si commuove entrando in una strana e contraddittoria empatia.